Memoria

Rivedo il teatro di foglie spalancato a noi,
un presagio di vento frugarne il confine.
Mi adombrai
per un verso che venne a intenerirti
e che giuravi mio e nostro;
la tua gentilezza sola mi spiegava
come ero stato distratto – distratto pensai,
dal contemplare il suo concepimento.
Come una foglia di quella verde cresta
spiccò senza nome nel fresco
oblio di penombra.

Oggi ho raccolto quella foglia
da un’altra foglia; quel verso
da un altro verso. Il tuo nome d’oro
ha riposato (e riposa) all’ombra
del mio ricordo di foglia e di vento.